mercoledì 18 giugno 2014

Il Progetto Manhattan

(pag. 677-678)
Tra gli scienziati che vi lavoravano c'era anche Leò Szilàrd, l'uomo che per primo aveva avuto l'idea di una reazione a nucleare a catena. Szilàrd era un ebreo ungherese che aveva studiato all'università di Berlino... fino a quel fatale anno 1933. La squadra di ricerca di Chicago era guidata da Enrico Fermi, un fisico italiano. Fermi, la cui moglie era ebrea, era scappato dall'Italia quando Mussolini aveva pubblicato il suo "Manifesto della razza".
Greg di domandò se i fascisti di rendessero conto che il loro razzismo aveva causato il passaggio al nemico di una tale messe di brillanti scienziati. Lui non aveva alcuna difficoltà a capire le loro teorie. Fermi e Szilàrd sostenevano che quando un neutrone colpisce un atomo di uranio la collisione genera due neutroni. Quei due neutroni possono collidere con altri atomi di uranio diventando quattro, poi otto e così via. Szilàrd l'aveva definita una "reazione a catena": un'intuizione geniale.
In quel modo una tonnellata di uranio poteva produrre tanta energia quanto tre milioni di tonnellate di carbone... in teoria.


Alcuni degli scienziati coinvolti nel Progetto Manhattan


(pag. 685)
Greg era in piedi tremante nella balconata degli spettatori di un campo di squash non riscaldato. Lì, sotto le tribune ovest dello stadio dismesso al margine del campus dell'università di Chicago, Fermi e Szilàrd avevano costruito la loro pila atomica. Greg ne era impressionato e spaventato.
La pila era un cubo di blocchi grigi che arrivava fino al soffitto del campo da squash, quasi contro la parete di fondo che portava ancora i segni di centinaia di palle sortendo un effetto a pios. La pila era costata un milione di dollari e poteva far saltare in aria l'intera città.

...

La pila era attraversata  da dieci canali che contenevano le barre di controllo, strisce lunghe quattro metri di cadmio, un metallo che assorbiva i neutroni ancora più efficacemente della grafite. Le barre mantenevano la situazione tranquilla. Quando fossero state rimosse dalla pila, sarebbe cominciato il divertimento.


Disegno del reattore nucleare


(pag. 690-691)
Fermi alzò una mano. Si zittirono tutti. <<La pila ha raggiunto la criticità>> annunciò. Sorrise... e non fece niente.

....

Fermi rimase in silenzio e immobile a osservare la penna dell'oscillografo, e tale era la sua autorevolezza che nessuno osò contestarlo. Si stava realizzando la reazione a catena, ma era sotto controllo. Lasciò proseguire un minuto, poi un altro.

.....

Finalmente Fermi ordinò di rimettere al loro posto le barre di controllo. Il rumore dei contatori tornò a essere ticchettio che a poco a poco rallentò e si fermò.
Il respiro di Greg ridiventò normale.
McHugh era euforico. <<Lo abbiamo dimostrato!>> esclamò. <<La reazione a catena esiste!>>.


La prima bomba atomica che verrà agganciata sul traliccio

I tecnici spensero i rilevatori e cominciarono e i presenti cominciarono a sfollare. Greg rimase a osservarli. Dopo un po' si ritrovò da solo sulla  balconata con Fermi e Szilàrd. Guardò i due giganti dell'intelletto mentre si stringevano la mano. Szilàrd era un uomo grande e grosso, Fermi sembrava un elfo; e per un attimo a  Greg venne in mente il paragone con Stanlio e Ollio.

Poi sentì Szilàrd dire: <<Amico mio, credo che questo sarà ricordato come un giorno nero nella storia dell'umanità>>.
"Cosa diavolo avrà voluto intendere con questa frase?" pensò Greg.



I monumenti del nucleare:



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